Parola a… Sofia Turlà
Sei scesa in campo ricoprendo tutti i ruoli: cosa ti ha spinto a diventare una palleggiatrice?
“All’inizio preferivo attaccare. Poi ho capito che per raggiungere alti livelli avrei dovuto fare la palleggiatrice. Non è facile perché in campo devi gestire non solo il tuo gioco ma anche quello degli altri, però è stimolante”
Cosa stai imparando nella tua prima esperienza a Bergamo?
“Stare a Bergamo mi piace tantissimo, vedere atleti che hanno giocato mondiali e olimpiadi è pazzesco. Mi piace quando il Palazzetto è pieno e qui sto crescendo tanto, sia come persona, sia come atleta”
Da dove nasce la tua passione per la pallavolo?
“Mio papa è molto appassionato di sport e a 5 anni mi ha portata in campo: mi sono innamorata di questo sport e non l’ho più lasciato”
Raccontaci un’esperienza indimenticabile vissuta in campo.
“Una delle esperienze più belle è stato il primo scudetto Under 16. Era il mio primo anno lontana da casa e prima di allora non avevo mai nemmeno vinto una finale regionale”
Quale aspetto ti è piaciuto della tua esperienza in Germania?
“Mi è piaciuto l’approccio che hanno verso lo sport, il pubblico con le coreografie sempre diverse e la nomina di due MVP (una per squadra) alla fine di ogni partita. Poter andare in giro con ciabatte e calzini, poi, era super! Per non parlare dei bretzel con il burro, buonissimi!”
Cosa ti manca dal tuo paese, Modica?
“Sicuramente la mia famiglia, il mare e il caldo. Per come sono abituata, 40°C sono la normalità!”
Cosa ti piace fare a Bergamo quando non sei in palestra o al Palazzetto?
“Mi piace fare shopping e uscire, fare l’aperitivo. Tuttavia mi obbligo anche a studiare: sono iscritta al Corso di Laurea Magistrale in Scienze Motorie”
Qual è la serie tv vorresti guardare per sempre?
“Senza dubbio Grey’s Anatomy! Penso che tutti dovrebbero vederla: mi ha aiutato spesso a comprendere alcuni aspetti che da sola non sarei riuscita a capire”
Come ti vedi tra 10 anni?
“Mi vedo mamma e al lavoro in una scuola come insegnante di educazione fisica. E, perché no, anche allenatrice di un minivolley”